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BORGO CARIGE

Borgo Carìge è una frazione del comune di Capalbio.

La frazione di Borgo Carige è situata all'estremità meridionale della Maremma grossetana, in quel tratto costiero e dell'immediato retroterra noto come costa d'Argento. Il paese è posto a 21 m s.l.m. in un'area pianeggiante a valle del poggio Monteti (421 m) e delle alture dove sorge il borgo di Capalbio, compresa tra il fosso di Gabriellaccio (5 km) a nord-ovest, il Chiarone a sud-est ed il canale della Bassa (5 km) a sud. Il territorio è inoltre attraversato dal fosso della Carige (3 km)], che nasce in località Carige Alta e va ad immettersi nel canale della Bassa. La frazione confina inoltre a nord con Capalbio, ad est con Pescia Fiorentina, a sud con Capalbio Scalo e i tracciati della via Aurelia e della ferrovia Tirrenica, e ad ovest con il Giardino.
Il centro abitato dista circa 55 km da Grosseto e poco più di 5 km dal capoluogo comunale.

Il territorio della piana di Capalbio rimase scarsamente popolato per molti secoli, e la frazione si è sviluppata solamente nel corso del XX secolo, a seguito della completa bonifica della pianura maremmana e della riforma agraria avviata nel 1951.
La località di Carige – che si articolava nei due piccoli nuclei di Carige Alta e Carige Bassa – fu selezionata per la costruzione di un nuovo borgo che avrebbe dovuto fungere da centro di servizi e aggregazione per circa quattrocento poderi sparsi in una vasta area rurale di 5 000 ettari tra Capalbio e il mare.] Il nucleo originario del borgo comprendeva otto edifici: la chiesa parrocchiale, la canonica, l'edificio sociale con bar e botteghe, l'ufficio postale ed ambulatorio, la scuola elementare, l'asilo, una palazzina per le residenze degli insegnanti ed il cinema (quest'ultimo realizzato solo successivamente). I lavori iniziarono nel luglio 1956 ed il borgo fu inaugurato il 3 maggio 1958.
Lo sviluppo demografico del paese iniziò dopo il 1962, quando fu permessa la realizzazione di una zona residenziale, incrementando nel corso degli anni ottanta fino a superare i 300 abitanti nel 2011.

  • Chiesa del Cuore Immacolato, chiesa parrocchiale di Borgo Carige, è situata nella piazza principale del paese. La sua progettazione fu affidata a Riccardo Medici, fratello dell'allora presidente dell'Ente Maremma Giuseppe Medici, il 30 ottobre 1952e il progetto definitivo fu presentato nell'agosto 1955 L'anno successivo iniziarono i lavori di costruzione e la chiesa venne inaugurata il 13 maggio 1958 con dedicazione dell'altare da parte del vescovo Pacifico Giulio Vanni. Opere di ristrutturazione e restauro sono state effettuate tra il 1993 e il 1998. La chiesa si presenta in uno stile neoromanico. La chiesa è realizzata in tufo di Viterbo a faccia vista su pianta a tre navate; la facciata è posta verso sud e presenta un imponente portale in sasso peperino con decorazioni di Carlo Vittorio Testi, sormontato da un rosone in peperino con una Crocifissione dello scultore Alfio Castelli Un secondo portale, rivolto verso est, possiede anch'esso decorazioni del pittore futurista Testi. L'interno ospita un fonte battesimale e acquasantiere in marmo giallo senese, ed una bronzea via crucis di Alfio Castelli, mentre l'abside è decorato con pitture che rappresentano profeti, evangelisti, santi, scene bibliche come la Creazione e il ciclo della vita di Maria: al centro è posta l'immagine dell'Immacolata Concezione contorniata da cherubini e angeli. Accanto al presbiterio sorgeva la cantoria, poi modificata dopo gli anni ottanta e trasformata in cappella intitolata al Santissimo Sacramento: qui è situato un ciborio a croce greca in onice di Algeria. Sul lato destro svetta il campanile con cinque campane e vi è annessa la casa canonica.
  • Cappella di Torre Palazzi, piccolo edificio di culto situato nella località di Torre Palazzi.
  • Monumento dedicato al gemellaggio tra Capalbio e il comune abruzzese di Trasacco, presenta una scultura geometrica in travertino su cui sono affissi i due stemmi comunali.

CAPALBIO SCALO

Capalbio Scalo è una frazione del comune di Capalbio.

Il centro di Capalbio Scalo è situato nella parte meridionale della costa d'Argento, lungo il litorale della Maremma grossetana, a circa 8 m d'altitudine e a poco più di 1 km in linea d'aria dalla costa del mar Tirreno. Il paese sorge in prossimità della riva settentrionale del lago di Burano, dalla quale è separata dal tracciato della ferrovia.
L'area del lago di Burano è di significativo interesse naturalistico e dal 1980 è riserva naturale statale: si tratta di una laguna salmastra che si estende per circa 236 ettari, ha una profondità media di un metro ed è separato dal mar Tirreno da una stretta fascia di dune, che costituisce uno dei tratti costieri naturalisticamente meglio conservati della regione. A nord di Capalbio Scalo, alle pendici del Poggio Capalbiaccio (238 m), è invece situato il lago di San Floriano, bacino lacustre collegato con il lago di Burano tramite il fosso San Floriano (4 km) che va ad immettersi nel fosso Melone (9 km) corso d'acqua che nasce da Poggio Imperiale (147 m) e dopo aver attraversato la frazione del Giardino si allaccia al lago di Burano presso la Tagliata etrusca. A sud-est del paese, sul lato orientale del lago, ha origine il canale emissario del Lago di Burano.
Capalbio Scalo dista poco meno di 10 km dal capoluogo comunale e circa 50 km da Grosseto.

La frazione di Capalbio Scalo nacque nella seconda metà del XIX secolo in una località nota come Nunziatella, grazie all'inaugurazione della ferrovia avvenuta nell'agosto 1864, della quale la stazione di Nunziatella costituiva temporaneamente il capolina meridionale; il collegamento con Civitavecchia e quindi con Roma avvenne poco dopo nell'estate del 1867. La stazione era a servizio del territorio capalbiese, allora parte del comune di Orbetello, ed era sfruttata soprattutto dalla vicina tenuta della Nunziatella.
Il piccolo paese iniziò a sorgere intorno alla stazione, ma si sviluppò principalmente nel corso del XX secolo, grazie anche alla riforma agraria avviata nel 1951 che razionalizzò e ripopolò le campagne, rendendo il paese il centro abitato principale dell'area costiera del comune di Capalbio, grazie anche alla sua strategica posizione tra la ferrovia e la via Aurelia. La frazione assunse una propria fisionomia in seguito ad un piano regolatore del 1967, con la costruzione di villini e palazzine che costituiscono i margini del moderno centro abitato.
Negli ultimi anni è stata costruita una zona residenziale nell'area nord del paese, verso il collegamento con la via Aurelia, e con i suoi 551 abitanti nel 2011 Capalbio Scalo è la frazione più popolosa del comune di Capalbio.

A Capalbio Scalo è situata la chiesa di Santa Maria Goretti, chiesa parrocchiale della frazione. La parrocchia di Capalbio Scalo fu istituita il 6 luglio 1986 con territorio distaccato da quella di Borgo Carige, mentre l'edificio di culto venne consacrato il 6 settembre 1986 dal vescovo Eugenio Binini.[4] La chiesa presenta una facciata decorata da un oculo sovrastante il portale e da un timpano rialzato, è a croce latina ed è realizzata con murature in pietra locale.
La torre di Buranaccio

Nei dintorni del paese, nel tratto costiero a sud della ferrovia, sono situate due strutture fortificate sorte in epoca moderna a scopo difensivo. La torre di Buranaccio, situata sulla riva meridionale del lago di Burano, venne costruita attorno alla metà del XVI secolo e costituiva l'avamposto difensivo posto più a sud dello Stato dei Presidi, trovandosi proprio ai confini con il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa. Poco più a ovest lungo il litorale, in direzione delle spiagge ferrifere della Torba, si trova il forte di Macchiatonda, costruito dagli Spagnoli sulla spiaggia di Macchiatonda nel corso del XVII secolo e poi dismesso nel XIX secolo.

CHIARONE SCALO

Chiarone Scalo è una frazione del comune di Capalbio.

Chiarone Scalo è situato nelle vicinanze del mar Tirreno, nel tratto più meridionale della Maremma grossetana, alla foce del fiume Chiarone; tale fiume segna infatti il confine amministrativo tra la regione Toscana ed il Lazio. Il borgo dista dal capoluogo comunale circa 11 km, mentre poco più di 58 km da Grosseto. Si tratta del centro abitato più a sud di tutta la Toscana.

Il piccolo paese è nato nel corso del XVIII secolo in quanto punto di confine e sede di dogana tra i confini del Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio: il palazzo della dogana è ancora oggi visibile affacciato lungo la strada statale Via Aurelia. Nel secolo successivo, dopo l'apertura della stazione ferroviaria (1867), al nome della località fu aggiunto il toponimo Scalo e il paese iniziò così a svilupparsi. Nel corso degli anni cinquanta del XX secolo, con l'importante riforma fondiaria che dette un nuovo assetto a tutto il territorio rurale della Maremma, il borgo trovò nuova vita, con l'arrivo di numerosi coloni e la creazione ex novo di numerosi agglomerati e borgate agricole che vertono su di esso.

  • Palazzo del Chiarone, situato poco fuori dal paese, lungo la strada statale Via Aurelia. Si tratta di un imponente edificio preceduto da un porticato che nei secoli passati era una sede doganale per il transito tra i due stati pre-unitari. L'attuale denominazione del complesso, Palazzo Boncompagni, è stata conferita dalla famiglia che vi abitò dopo lo smantellamento delle dogane. L'edificio è suddiviso in quasi cento stanze e tra queste vi erano anche l'appartamento papale, le stalle e una prigione.
  • Torre di Selva Nera, situata lungo la strada che conduce a Capalbio Scalo, è una torre di avvistamento costruita dai Medici tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo dinanzi all'estremo lembo costiero meridionale del territorio del Granducato di Toscana, in un'area confinante a ovest con lo Stato dei Presidii e a est con lo Stato della Chiesa. La torre svolgeva principalmente funzioni di avvistamento, per evitare che eventuali incursioni dal mare potessero mettere a rischio il vicino centro di Capalbio situato sulle prime propaggini collinari dell'entroterra. Con la costruzione di case e abitazioni, la torre è stata modificata nel corso dei secoli e adesso ha assunto l'aspetto di un comune edificio.

GIARDINO

Giardino è una frazione del comune di Capalbio.

La frazione del Giardino si presenta come una vasta frazione rurale che occupa il territorio capalbiese della cosiddetta Valle d'Oro, area pianeggiante divisa tra i territori comunali di Orbetello e Capalbio, delimitata a sud dal mar Tirreno, a ovest dalle alture di Poggio Settefinestre (62 metri s.l.m.) e Monte Alzato (81 m), a nord dalle propaggini di Poggio Farletta (180 m) e Monte Nebbiello (127 m), mentre a est da Poggio dei Butteri (154 m), Poggio Capalbiaccio (238 m) e dal Poggio Imperiale (147 m), da cui nasce il fosso Melone (9 km) che scende lungo la valle per immettersi nel lago di Burano, costituendo per un lungo tratto il confine con il comune di Orbetello.

Il territorio del Giardino è stato particolarmente frequentato nell'antichità, come dimostrano i numerosi ritrovamenti archeologici, in quanto entroterra della colonia romana di Cosa, situata a sud-ovest sul promontorio dove oggi sorge il borgo di Ansedonia. Dopo la conquista romana di questo territorio (280 a.C.), originariamente dominio della città etrusca di Vulci, iniziò uno sfruttamento agricolo della Valle d'Oro da parte dell'aristocrazia di Roma. In seguito al fallimento di questo sistema, l'area andò incontro ad un lungo periodo di degrado, che culminò nell'età medievale con il definitivo abbandono di Cosa del 1329 e il conseguente spopolamento di tutte le campagne dell'entroterra.
Il territorio ritrovò nuova vita solamente a partire dalla fine del XVIII secolo, ma fu negli anni dalla riforma fondiaria (1951-1965) che il Giardino divenne nuovamente popoloso e fu elevato a frazione del comune di Capalbio: in questo periodo fu realizzato il centro servizi nell'area di una storica tenuta, con parrocchia autonoma fatta istituire dal vescovo Paolo Galeazzi il 14 aprile 1945. A partire dal 1981 sono iniziate nel territorio della frazione una serie di campagne archeologiche volte a riportare alla luce i resti delle antiche ville e abitazioni romane che ne costellavano le campagne, e nel 2013 è stato avviato un progetto di valorizzazione dell'area per l'istituzione di un Parco archeologico e paesaggistico Valle d'Oro.

  • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, situata nel nucleo principale della frazione, è stata consacrata nel 1959, ma è sede di parrocchia già dal 1945. L'edificio presenta linee stilistiche semplici ed è caratterizzata dal campanile in calcestruzzo che svetta dietro il prospetto principale.

  • Acquedotto delle Forane, resti di acquedotto romano in località Le Forane, di probabile età tardo-repubblicana.
  • Fattoria repubblicana di Giardino, sito archeologico scavato a partire dal biennio 1981-1982, si tratta di un'antica casa colonica romana di epoca repubblicana.
  • Casale Tricosto, situato nei pressi del lago di San Floriano, conserva resti di insediamento romano con villa e fornace, ed una fattoria fortificata del XVI secolo.
  • Villa della Colonne, o di Sughereto, monumentale villa romana di cui si conservano i resti, allineati con la centuriazione, probabile dimora di facoltosi esponenti del senato romano.

LA TORBA

La Torba (talvolta Torba alle Settefinestre) è una frazione del comune Capalbio.

Il paese della Torba è un insediamento sorto nel corso del Novecento in un'area compresa tra la strada statale Aurelia e la ferrovia Tirrenica, nei pressi del Mar Tirreno. Un secondo nucleo di abitazioni è situata nella località Torba Mare, o Marina di Torba, che a differenza del primo sorge sulla costa. Dista dal centro comunale circa 12 chilometri.

  • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, edificio di culto della frazione, sede distaccata dalla parrocchia di Giardino, fatta istituire dal vescovo Paolo Galeazzi negli anni cinquanta del Novecento.

  • Fattoria della Nunziatella, storico complesso rurale situato lungo la via Aurelia ad est del centro abitato, con relativa cappella gentilizia.
  • Villa Settefinestre, antica villa romana situata al confine con il territorio comunale di Orbetello, è raggiungibile grazie alla via Torba-Settefinestre che si inoltra nella campagna a nord del paese.
  • Playa La Torba, particolare spiaggia ferrifera del litorale capalbiese

  • Il paese della Torba in estate è una pregevole località balneare di ampio richiamo, grazie alla vicinanza con il centro turistico di Ansedonia e per la particolarità delle sue spiagge. Infatti, la spiaggia della Torba si caratterizza per la sabbia di colore variabile dal grigio-scuro al nero per l'abbondante presenza di metalli ferrosi nel sottosuolo e mantiene queste sue peculiarità anche più verso est, nel tratto costiero del comune di Capalbio.
    Ogni estate, inoltre, nel mese di luglio, si tiene in paese la sagra del pesce, alla trentaseiesima edizione nel 2015.
    l litorale capalbiese.

PESCIA FIORENTINA

Pescia Fiorentina è una frazione del comune di Capalbio

Pescia Fiorentina è situata all'estremità sud-est del territorio comunale, al confine con la regione Lazio, non molto distante dalla omonima Pescia Romana, in provincia di Viterbo. Dista da Capalbio circa 6 km.

La frazione rurale di Pescia Fiorentina rivestiva un ruolo importante nell'economia della bassa Toscana, in quanto dal 1420 al 1530 divenne uno dei maggiori centri della Maremma in fatto di siderurgia e il principale dell'area meridionale, come confermato in un diario datato 1572, in cui l'autore Francesco Rasi, durante un viaggio in Maremma, riporta la presenza nel paese di un forno fusorio e di ferriere, che trattavano i materiali ferrosi proveniente dall'Isola d'Elba.

Nella campagna presso l'abitato di Pescia Fiorentina, vi era la sede di una dogana che era ospitata nel complesso della Villa del Fontino. Una volta esauritesi le funzioni doganali, la struttura passò alla famiglia Boncompagni, proprietaria anche del palazzo del Chiarone, che agli inizi del Novecento rivendette tutte queste proprietà alla famiglia Magrini. Il fabbricato che ospitò la dogana è stato recentemente ben restaurato e trasformato in residence agrituristico.
In località Garavicchio, poco a sud della frazione, nei pressi della fattoria di Garavicchio, così denominata per la presenza nelle vicinanze della vecchia dogana (guardia vecchia), si trova il Giardino dei Tarocchi, parco tematico creato dall'artista Niki de Saint Phalle, principale attrazione turistica del comune di Capalbio.